MERCOLEDI 25 ottobre
spettacolo unico ore 21.15
Progetto
QUELLI DELLA COMPAGNIA GLI IMPERDIBILI
per il cinema d'essai in Toscana
Regia: Werner Herzog
Sceneggiatura: Werner Herzog
Fotografia: Peter Zeitlinger
Musiche: Mark degli Antoni, Sebastian Steinberg
Montaggio: Marco Capalbo
USA - 2016, 98 min
Produzione: RUPERT MACONICK, WERNER HERZOG PER SAVILLE PRODUCTIONS
Distribuzione: I WONDER PICTURES/UNIPOL BIOGRAFILM COLLECTION
CRITICA
"(...)
Werner Herzog (...) sa rendere anche la più didascalica passerella di
interviste un'avventura appassionante (...). Il regista non dà soluzione
al dilemma tra attrazione per una rivoluzione che ha cambiato la vita
di tutti e l'allarme per le incontrollabili conseguenze della sua
penetrazione."
(Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 6 ottobre 2016)
"Partendo dalle origini del web, fino ad immaginare scenari nei quali la
rete «potrebbe sostituirsi a Dio», Herzog confeziona un documentario
esauriente, corposo, equidistante."
(Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 6
ottobre 2016)
"Agli scienziati dei programmi spaziali di spedizioni su Marte, Werner
Herzog si propone subito per partire. Lo fa senza esitazioni, mentre il
suo interlocutore sorride divertito. E invece c'è da credergli perché
l'immagine della sfida «assoluta» fonda la poetica del regista tedesco,
le sue storie i cui protagonisti (pensiamo a 'Fitzcarraldo') incarnano
l'epica di una impresa impossibile, la dimensione del suo fare cinema.
'Lo and Behold: Reveries of the Connected World', il suo nuovo film
(...) risponde all'esigenza di esplorare il mondo al tempo di internet
con le nostre vite che appaiono sempre più interconnesse e dipendenti
dai social network. Lui internet lo usa raramente, ha un «limite
biologico» nei confronti della navigazione web e Facebook o Twitter non
lo riguardano. Ma certo il suo non è uno sguardo banalmente moralista o
nostalgico. Nei dieci capitoli che scandiscono 'Lo and Behold' Herzog ne
esplora infatti molteplici frammenti, possibilità, usi quotidiani,
speculazioni filosofiche, meraviglia e mostruosità, rischi e scommesse.
Il suo è un viaggio che allo stesso tempo attraversa il paesaggio
americano cercando anche lì le tracce dei cambiamenti prodotti dalla
tecnologia (...). Attratto dai «giocatori» più spericolati (...) Herzog
nel ruolo del narratore mescola umorismo, romanticismo, curiosità
provando a immaginare insieme ai molti intervistati - scienziati,
astronomi, analisti... - presente e futuro di internet a cui l'esistenza
del mondo appare ormai indissolubilmente legata. (...) Herzog
attraversa una galassia, e la questione non è mai se internet è «bene» o
»male» (...). «Internet sogna se stesso» chiede il regista ai suoi
interlocutori. Cioè la rete è ormai autonoma dall'uomo da mutare la
concezione morale e sociale? L'orizzonte è aperto, quello della rete e
quello del film."
(Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 6 maggio 2016)
"Illuminanti, sorprendenti, a volte divertenti, le conversazioni con i
protagonisti sparsi nel mondo (...). Diciamo ancora una volta quanto sia
straordinario il cinema di Herzog che, detto ciò che doveva col cinema
di finzione, è passato al documentario come a un'arma etica
d'intervento."
('Nazione-Carlino-Giorno', 7 ottobre 2016)