Regia: Jeff Nichols
Attori: Joel Edgerton - Richard Loving, Ruth Negga - Mildred Loving, Marton Csokas - Sceriffo Brooks, Nick Kroll - Bernie Cohen, Terri Abney - Garnet Jeter, Alano Miller - Raymond Green, Jon Bass - Phil Hirschkop, Michael Shannon - Grey Villet, Christopher Mann - Theoliver Jeter, Sharon Blackwood - Lola, Winter Lee Holland - Musiel, Will Dalton - Virgil, Chris R. Greene (Chris Greene) - Percy Fortune, Sharon Blackwood - Lola Loving, Karen Vicks - Clara, Lance Lemon - Cugino Davis, Marquis Adonis Hazelwood - Cugino Gerald, Bill Camp - Frank Beazley, David Jensen - Giudice Bazile, Andrene Ward-Hammond - Laura, Jevin Crochrell - Sidney, Jordan Williams Jr. - Donald, Georgia Crawford - Peggy, Brenan Young - Sidney bambino, Dalyn M. Cleckley - Donald bambino, Quinn McPherson - Peggy bambina, DL HOPKINS - Alex, Matt Malloy - Chet Antieau
Sceneggiatura: Jeff Nichols
Fotografia: Adam Stone
Musiche: David Wingo
Montaggio: Julie Monroe
Scenografia: Chad Keith
Arredamento: Adam Willis
Costumi: Erin Benach
Effetti: Phil Crowe, The Mill
NOTE
- BASATO IN PARTE SUL DOCUMENTARIO "THE LOVING STORY" DI NANCY BUIRSKI.
- IN CONCORSO AL 69. FESTIVAL DI CANNES (2016).
- CANDIDATO AI GOLDEN GLOBES 2017 PER: MIGLIOR ATTORE (JOEL EDGERTON) E ATTRICE (RUTH NEGGA) PROTAGONISTI.
- RUTH NEGGA È STATA CANDIDATA ALL'OSCAR 2017 COME MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA.
GB / USA - 2016 - 123 min.
Produzione: GED DOHERTY, COLIN FIRTH, NANCY BUIRSKI, SARAH GREEN, MARC TURTLETAUB, PETER SARAF PER RAINDOG FILMS, BIG BEACH FILMS, IN ASSOCIAZIONE CON AUGUSTA FILMS, TRI-STATE PICTURES
Distribuzione: CINEMA
Ispirato a una storia vera, è un omaggio al coraggio e all'impegno di una coppia mista, Richard e Mildred Loving, che si sono innamorati e sposati nel 1958. I due giovani sono cresciuti a Central Point, una cittadina della Virginia, dove la comunità è più progressista nei confronti dell'integrazione tra le diverse etnie rispetto ad altre zone del sud degli Stati Uniti. Eppure, Richard e Mildred per la loro unione vengono condannati al carcere e all'esilio e quindi costretti a trasferirsi con i figli in un modesto quartiere di Washington, D.C. Nonostante l'appoggio dei loro familiari, i due trovano difficoltà ad essere accettati dall'ambiente circostante e Mildred sente anche il bisogno di tornare in Virginia. Il caso "Loving contro Virginia" arriva così alla Corte Suprema nel 1967, sancendo una vittoria nella battaglia per i diritti civili e riaffermando il diritto fondamentale di sposarsi senza barriere razziali. Richard e Mildred infine sono tornati a casa e la loro storia d'amore è diventata un modello per molte altre coppie dell'epoca.
CRITICA
"Sullo
«scandalo» la HBO girò nel 2012 un documentario che ha ispirato Jeff
Nichols in cerca di un film non retorico, non un court-movie col giudice
col suo martelletto, non urlato, ma molto civile, capace di parlare
sottovoce con gli occhi come lo Spielberg del 'Colore viola': non a caso
si tratta di pazienza, di mattoni, di tempo. (...) Ben descritti i
protagonisti nell'intimità e normalità, dramma umano che ha portato in
zona Oscar l'etiope Ruth Negga, bravissima come l'australiano Joel
Edgerton. Non è colpa loro se il tutto ha qualcosa di déjà-vu (...)."
(Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 16 marzo 2017)
"Da noi il nome di Jeff Nichols risuona poco. Alcuni dei suoi film non
sono neppure usciti sui nostri schermi; o si sono visti a stento. Eppure
al trentottenne regista americano sono bastati pochi titoli (...) per
rivelare una personalità tra le più interessanti dell'ultimo decennio.
Sarebbe ora, dunque, che il pubblico italiano lo 'scoprisse'; e
l'occasione è 'Loving', dramma a soggetto razziale ispirato a una storia
vera, presentato in concorso a Cannes e candidato all'Oscar per la
migliore protagonista femminile. (...) Forse (...) non è il film
migliore di Nichols; però rappresenta in modo esemplare che cosa
significhi fare un cinema etico, serio e responsabile (senza peraltro
rinunciare all'emozione e all'efficacia drammatica). Non è difficile
immaginare quali e quanti colleghi, con un argomento del genere,
avrebbero calcato la mano sul pathos, ricorrendo agli stereotipi del
film processuale e all'overdose di sentimentalismo del 'dramma da
Oscar'. Niente di tutto questo in Nichols. Il quale, al contrario,
appare cosi poco interessato al rituale giudiziario da mostrarci solo
pochi momenti di tribunale, per concentrare tutta la forza drammatica
sulla relazione della coppia. Con uno sguardo limpidamente umanista,
'Loving' osserva i sentimenti e le reazioni dei suoi personaggi senza
declamarli. (...) Dopati dal sensazionalismo di troppo cinema, alcuni
troveranno 'Loving' fin troppo delicato, quasi sommesso. Basta però
concentrarsi sulla verità dei gesti, la dolcezza degli sguardi che si
scambiano i bravissimi Ruth Negga e Joel Edgerton, che già dalle
primissime scene si conquistano la nostra empatia, per capire il valore
di una scelta sobria e realistica come quella di Nichols. (...) Piccolo
valore aggiunto il cammeo di Michael Shannon, già protagonista di tre
film di Nichols, nella parte del fotografo di 'Life'."
(Roberto Nepoti,
'La Repubblica', 16 marzo 2017)
"Rievocando una vicenda chiave nella storia dei diritti civili, 'Loving'
ne fa emergere gli aspetti socio-politico in modo indiretto,
focalizzando al massimo l'attenzione sulla coppia e sulla forza di un
amore che non cede di fronte a nulla. (...) È tipico del cineasta Jeff
Nichols giocare sul registro della discrezione e mettere sullo sfondo
quello che per altri starebbe in primo piano. Qui, senza eccessi (non
c'è traccia di affiliati del Klu Klax Klan e relative truculenze),
dell'establishment della Virginia appare quel che basta per capirne la
mentalità razzista; mentre, sul fronte opposto, alle manifestazioni per i
diritti civili che infiammarono gli Anni 60 si accenna appena.
Dall'inizio alla fine al centro del quadro restano i Loving, sempre
dignitosi fra vita famigliare e operosa quotidianità. Per Richard è
essenziale Mildred, per Mildred è essenziale Richard: la loro relazione è
così solida da risultare monodimensionale e, in verità, si avvertirebbe
la mancanza di un maggiore approfondimento dei caratteri non fosse per
l'interiorizzata sensibilità degli interpreti Joel Edgerton e Ruth Negga
(nominata all'Oscar); e per l'avvolgente intimismo della regia."
(Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 16 marzo 2017)
"Noto, e stimato, per il suo cinema poetico, sfumato di Spielberg e
Carpenter, ma anche di Conrad, affascinato dall'avventura e da un
umanesimo incline alle suggestioni del soprannaturale, il regista
dell'Arkansas, ha trovato in 'Loving' il suo film più «con i piedi sulla
terra», ancorato non solo a una storia e a personaggi realmente
esistiti ma un tema tornato di lancinante, problematica, attualità. In
questo senso, si tratta di un oggetto meno di slancio, meno misterioso,
meno formalmente libero, rispetto a lavori come 'Mud', 'Take Shelter' o
'Midnight Special', meno riconoscibilmente «suo». Il dubbio che si sia
sentito un po' intimidito dall'argomento «importante» c'è, ma 'Loving'
aggira la trappola del dogmatismo aderendo alla prospettiva dei Loving
con un'intimità e una dolcezza che sono anche fisiche. (...) la sua
chiave nell'universo della coppia data dai materiali di repertorio del
documentario di Buirski (qui produttore insieme a Colin Firth) e
soprattutto nelle magnifiche foto in bianco e nero dell'inviato di
'LIFE' Grey Villett (qui interpretato da Michael Shannon), che Nichols
riprende spesso alla lettera. Il raro sorriso di Richard con il capo
abbandonato nel grembo di Ruth, il modo in cui la abbraccia, come se
fosse appeso a un'ancora, le loro mani sempre strette o che si cercano,
quando in pubblico, i corpi naturalmente uno contro l'altro nello spazio
vuoto del portico di casa, Mildred e Richard che guardano giocare i
loro bambini... Sono immagini fortissime - in cui stanno la bellezza, il
senso del film e, soprattutto, l'abbagliante incontrovertibilità della
sua storia."
(Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 16 marzo 2017)
"Dramma civile a buon impatto emotivo, il quinto film dell'ex enfant
prodige Jeff Nichols conferma la sua indole tematica che difende il
singolo giusto e 'diverso' contro una comunità ostile e ignorante. Ovvia
critica alla società americana 'tout court', 'Loving' persegue con
rigore il suo obiettivo procedurale, cercando comunque di sostare sulle
intimità dei protagonisti con opportuni e poetici silenzi. L'impressione
è che Nichols volesse 'trascorrere' più tempo con gli universi emotivi
dei suoi Mildred e Richard, lasciando ai margini gli aspetti giuridici
della vicenda, ma è chiaro abbia dovuto rinunciarvi. Inferiore ad alcuni
gioielli del regista ('Take Shelter 'su tutti) ma comunque opera di
levatura, impreziosita da interpreti straordinari."
(Anna Maria Pasetti,
'Il Fatto Quotidiano', 16 marzo 2017)
"Loving può essere un aggettivo (amorevole), un gerundio (amando) o un
infinito sostantivato (l'amare). Tutte e tre queste declinazioni sono
presenti in 'Loving' di Jeff Nichols, tratto da una storia vera. Ne
aggiungiamo una quarta più prosaica: un cognome. I Loving sono Richard
Perry e Mildred Dolores. Lui è un muratore bianco e lei una casalinga
nera. Negli Stati Uniti del 1958 vorrebbero sposarsi ma la Virginia non
accetta le nozze miste. Parte una lotta legale per veder riconosciuto il
loro diritto inalienabile al matrimonio ma senza dimenticare mai
l'amorevolezza di un rapporto che rimane più intimo che politico, il
tempo in divenire del gerundio simbolo di resistenza (nove anni di
battaglia: dal 1958 al 1967) e il potere infinito di una coppia
innamorata. (...) E' un film rischioso perché tutto in sottrazione e
alla costante ricerca del pudore e sobrietà di un uomo e una donna
entrati nella Storia loro malgrado. Perfetti i protagonisti (...)."
(Francesco Alò, 'Il Messaggero', 16 marzo 2017)
"(...) 'Loving' può essere giustamente apprezzato come bell'esempio di
cinema civile. Come gli americani sanno fare da sempre e come noi non
abbiamo mai imparato (riusciremo un giorno a fare un film che dica pane
al pane sugli anni di piombo?). Pur avendo mille occasioni per virare
sul melodramma più spinto (il raid in casa degli sposini è
l'occasionissima) il regista Jeff Nichols tiene tutto ammirevolmente
sotto le righe. Richard non urla mai, Mildred quasi mai. Sopportano, ma
non subiscono (la differenza è importante). La storia finisce per
entrarti in circolo, perché non è storia di eroi ma di piccola gente
coraggiosa. Certo è celebrativa, vuol mostrare che in America i buoni
possono vincere, ma perché non celebrare l'America quando se lo merita?
Tagliato sorprendentemente fuori dalla corsa agli Oscar 'Loving'
l'avrebbe meritato per almeno un paio di coinvolti. Ruth Negga (che è
una commovente Mildred) e Michael Shannon, che fa il fotografo di
'Life', che colle sue immagini dei Loving portò mezza America a fare il
tifo per loro."
(Giorgio Carbone, 'Libero', 16 marzo 2017)
"Un fatto vero che Nichols, paradossalmente, descrive quasi
marginalmente, in punta di piedi, dando priorità al dramma di coppia. Un
film lento, appesantito, un po' troppo costruito."
(Maurizio Acerbi,
'Il Giornale', 16 marzo 2017)
"Jeff Nichols, uno dei giovani registi indipendenti americani più
interessanti nel panorama contemporaneo, ha scelto di raccontare in
'Loving' (...) la storia vera di Mildred e Richard Loving (mai un nome è
stato così aderente a un destino) (...). Se nei panni di Mildred
troviamo Ruth Negga, un'autentica rivelazione, (...) in quelli dello
schivo e gentile Richard c'è uno straordinario Joel Edgerton reso quasi
irriconoscibile da una notevole trasformazione fisica. Il regista, che
ha scoperto questa vicenda grazie a un documentario della Hbo dal titolo
'The Loving Story' segnalatogli dall'attore Colin Firth e sua moglie
Livia, ha deciso di adottare un approccio anti-hollywoodiano alla
materia che si prestava a un acceso 'courtroom drama' per raccontare
passo dopo passo le tappe dell'appassionante battaglia della coppia e
del loro avvocato nelle aule del tribunale. Oppure il film avrebbe
potuto essere il resoconto delle violenze di cui furono vittime i due
protagonisti che osarono sfidare l'America bianca e razzista. Invece
quello a cui assistiamo è il lento e naturale scorrere della vita di
Richard e Mildred, impegnati ad affrontare un problema che, come nella
vita vera, non esclude la quieta bellezza della quotidianità."
(Alessandra De Luca, 'Avvenire', 15 marzo 2017)
"'Loving' (...) vorrebbe tenersi lontano dalla retorica per registrare
la scabra quotidianità di una famiglia della Virginia, ma finisce per
fare i conti con qualcosa di più grande e più ingombrante come il peso
della Legge, proprio come è successo nella realtà ai coniugi Loving.
(...) Tutta la lotta legale che ha fatto storia nella giurisprudenza è
però tenuta sullo sfondo dal regista che preferisce raccontare la vita
quotidiana di questo muratore e della sua testarda moglie, finiti sotto i
riflettori dei media quasi contro la loro volontà. È come se Nichols
tracciasse un parallelo tra chi non vuole cedere alle tentazioni della
popolarità e se stesso, impegnato a resistere alle lusinghe di
Hollywood. Richard si tiene stretta la propria ruvida integrità umana
(...) così come Nichols vuole tenersi lontano dalle sirene della
spettacolarità facile e superficiale. Anche a costo di girare un film
che rischia la monotonia per eccesso di antiretorica."
(Paolo
Mereghetti, 'Corriere della Sera', 17 maggio 2016)
"Storia vera, film timido. (...) Per farne un film (...) serviva un
taglio originale. Invece 'Loving' di Jeff Nichols (...), ben fatto ma
convenzionale, accenna alla convivenza di fatto tra bianchi e neri in
certi strati sociali del Sud, così poco indagata, ma si ferma subito per
raccontare la battaglia legale. Un'occasione mancata."
(Fabio Ferzetti,
'Il Messaggero', 17 maggio 2016)
"Rispetto a 'Midnight Special' visto alla Berlinale, e soprattutto al
suo esordio 'Take Shelter', 'Loving' (...) il cui riferimento più
immediato sembra 'Il colore viola' di Spielberg', punta a una cifra
«classica» (pure eccessiva), da grandi temi (e aspirazioni da Oscar) a
cui si oppone però la scelta di un punto di vista mai retorico. I suoi
personaggi sono come li vediamo, conservatori nonostante la loro scelta
di vita di radicale rottura: sono attaccati alla terra, alla vita nel
posto a cui sentono di appartenere, non si pongono altri interrogativi,
sul loro lavoro (lui è muratore). E così la violenza di polizia e
istituzioni Nichols la concentra nelle parole, senza effetti drammatici,
assalti, botte ma nell'agghiacciante fraseggio di un giudice e di uno
sceriffo che si appellano a dio per motivare la separazione razziale.
(...) Questa storia «vera», come garantisce la fotografia della coppia
reale prima dei titoli di testa, è una storia d'America, la storia di
una conquista che ha fatto epoca. Forse però per questo nelle invenzioni
cinematografiche Nichols poteva sbilanciarsi di più."
(Cristina
Piccino, 'Il Manifesto', 17 maggio 2016)
"Il nome è tutto un programma: 'Loving' è il gerundio di 'love', amare, e
solo grazie a un immenso amore si possono superare le traversie che
Richard e Mildred Loving hanno sopportato nella vita. Il film di Jeff
Nichols (...) le racconta in modo asciutto e mirabile grazie anche alla
superlativa prova di due attori (Ruth Negga e Joel Edgerton) (...).
'Loving' è bellissimo perché non sembra una storia vera: o meglio, non
ha quegli schematismi narrativi e quelle forzature ideologiche che
spesso affliggono i film ispirati a storie vere, soprattutto se
socialmente e politicamente forti come questa. Nichols lo racconta con
un tono sommesso (...). Richard Loving era un uomo taciturno e un po'
orso, ed Edgerton lo incarna pronunciando si e no venti battute in tutto
il film. E' molto autentico, e anche politicamente illuminante, che la
chiave del film sia la 'diffidenza' (...). Il miracolo è che, nonostante
tutti abbiano qualche dubbio su tutti, la società a volte va avanti e i
progressi si compiono."
(Alberto Crespi, 'L'Unità', 17 maggio 2016)
"(...) ha la struttura classica del film 'tratto da una storia vera',
con regia convenzionale e passaggi obbligati di sceneggiatura: l'arresto
nella notte, l'entrata in scena dell'avvocato, eccetera. Protagonista
dapprima sembra il marito, ma poi è Mildred a prendere in mano la
situazione. La cosa simpatica è l'anti-eroismo dei due, un muratore e
una casalinga che non sono militanti, ma solo persone che si amano. Il
film si concentra su di loro, tralasciando il versante processuale per
seguirne il riverbero nella loro vita privata."
(Emiliano Morreale, 'La
Repubblica', 17 maggio 2016)
"Un soggetto civile come quello presentato dal caso dei Loving (...) era
difficilmente accostabile a un regista eccentrico, sensibile alle
geografie delle menti, rappresentante di un realismo magico che non
trova facilmente legittimità sullo schermo, come Jeff Nichols (...).
Invece l'imprevedibile incontro ha dato vita a un film asciutto (...),
trattenuto, esemplare per come sa descrivere sentimenti di dolore e di
rabbia senza mai cedere al puro ricatto ideologico. (...) Lasciando
sullo sfondo la trama politico-sociale, Nichols punta sul dramma di due
anime semplici che non afferrano le ragioni di un dispositivo disumano.
(...) Rigore della costruzione, freddezza d'esecuzione sono pregi
indiscutibili."
(Andrea Martini, 'Nazione-Carlino-Giorno', 17 maggio
2016)
"'Intelligentemente, 'Loving' evita di fare il solito film, più o meno
magniloquente, dove avvocati, giudici e procuratori fanno
cinematograficamente sfoggio delle loro virtù oratorie, e non sceglie
nemmeno la strada dei colpi di scena fino al climax che poi li
scioglierà. Allo stesso tempo, il tema razziale, con i suoi odi e le sue
incrostazioni sociali, ideologiche e politiche, viene lasciato sulla
porta. Non ci sono immagini eclatanti, non c'è il bianco e il nero, mai
termini furono più esatti, della segregazione come scontro anche
violento fra due culture e due stili di vita."
(Stenio Solinas, 'Il
Giornale', 17 maggio 2016)