TUTTO QUELLO CHE VUOI

LUNEDI 24 luglio

MARTEDI 25 luglio

MERCOLEDI 26 luglio


spettacolo unico ore 21.30


MARTEDI 25 SERATA EVENTO INGRESSO € 5,50

SARA' PRESENTE IL REGISTA DEL FILM 

FRANCESCO BRUNI

 

 
 
 

Regia: Francesco Bruni

Attori: Giuliano Montaldo - Giorgio, Andrea Carpenzano - Alessandro, Arturo Bruni - Riccardo, Emanuele Propizio - Tommi, Donatella Finocchiaro - Claudia, Antonio Gerardi - Stefano, Raffaella Lebboroni - Laura, Andrea Lehotska - Regina, Riccardo Vitiello - Leo, Carolina Pavone - Zoe

Soggetto: Cosimo Calamini - (Romanzo), Francesco Bruni

Sceneggiatura: Francesco Bruni

Fotografia: Arnaldo Catinari

Musiche: Carlo Virzì

Montaggio: Cecilia Zanuso

Scenografia: Roberto De Angelis

Costumi: Maria Cristina La Parola (Cristina La Parola)

Suono: Gianluca Costamagna - (presa diretta)

NOTE

-FILM RICONOSCIUTO DI INTERESSE CULTURALE CON CONTRIBUTO ECONOMICO DELMINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO- DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA; REALIZZATO IN ASSOCIAZIONE CON BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA AI SENSI DELLE NORME SUL TAX CREDIT.

- PRODUTTORE ESECUTIVO: RITA ROGNONI PER PUPKIN MOVIE.

- CANDIDATO AI NASTRI D'ARGENTO 2017 PER: MIGLIOR FILM, SCENEGGIATURA, PRODUTTORE

 
 

ITALIA - 2017 - 106 min.

Produzione: BEPPE CASCHETTO PER IBC MOVIE CON RAI CINEMA

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION


Alessandro ha 22 anni, ed è un trasteverino ignorante e turbolento; Giorgio di anni ne ha 85 ed è un poeta dimenticato. I due vivono a pochi passi l'uno dall'altro, ma non si sono mai incontrati, finché Alessandro accetta suo malgrado un lavoro come accompagnatore di quell'elegante signore in passeggiate pomeridiane. Col passare dei giorni dalla mente un po' smarrita dell'anziano poeta e dai suoi versi, affiora progressivamente un ricordo del suo passato più lontano: tracce per una vera e propria caccia al tesoro. Seguendole, Alessandro si avventurerà insieme a Giorgio in un viaggio alla scoperta di quella ricchezza nascosta e di quella celata nel suo stesso cuore. 


CRITICA

"Pur non mancando qualche scorciatoia e ammiccamento di troppo (l'ignoranza dei giovani usata per sfornare battute e strappare la risata, la retorica sulle memorie resistenziali ), un film fresco, riuscito." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 11 maggio 2017)

"Il film va visto (...) cogliendone il retrogusto di un'intelligenza e una sensibilità rare nella commedia di costume contemporanea: Bruni ha una capacità simile a quella di Virzì nel rendere i sentimenti dei suoi personaggi fragranti grazie alla fermezza dello sguardo, alla sensibilità ambientale nonché al rifiuto di ogni forma di sopraffazione moralistico o didascalica. La banda degli amici capeggiata da Carpenzano comunica una credibilità assoluta e la Finocchiaro dà vita a un cameo eccezionale, ma Bruni può ascriversi anche il merito di avere ottenuto dal 'badato' Montaldo la perfetta incarnazione del necessario trait-d'union tra la resistenza della memoria e la fragilità dell'ignoranza." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 11 maggio 2017)

"Due ottimi interpreti, ai poli opposti (...) tengono in mano un'avventura autoriale non facile, quasi riuscita. (...) Vista in un modo è la storia toccante e turbolenta dell'amicizia tra mondi estremi (età, cultura, classe), assai frequentata al cinema. Vista in altro modo, è l'incontro tra chi non sa della poesia e chi la fa, con un misto di rancore e amore disperato esposto nei versi incisi sulle pareti dello studio. (...) Bruni si muove con misura tra la disintegrazione della mente e la potenza dei ricordi, l'energia aggressiva della giovinezza e lo sfinimento del corpo, anche con umorismo. Sotto la pelle ricorda De Sica e Zavattini." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 11 maggio 2017)

"Sceneggiatore di lungo corso (...) Francesco Bruni passa per la terza volta dietro la macchina da presa con 'Tutto quello che vuoi' (...). Dirigendo lo strepitoso collega Montaldo, l'esordiente Carpenzano (futuro assicurato) e, nel ruolo del cattivo, il figlio Arturo ('Dark Polo Gang'), realizza la migliore commedia italiana della stagione: la scrittura è attenta, il senso della misura costante, il romanocentrismo scongiurato, il ponte generazionale teso tra nonni e nipoti empatico e prezioso. C'è da esserne felici: non perdetelo." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 11 maggio 2017)

"La terza regia dell'eccellente sceneggiatore Bruni (...) è semplicemente strepitosa. C'è tutto: avventura (...), humour linguistico (...), speranza (...), amore (...). Bruni è ossessionato dai tempi dell'esordio registico 'Scialla!' circa la costruzione di un ponte comunicativo tra vecchie generazioni e giovani italiani vittime di questo ventennio disgustoso. La soluzione è Giorgio e quindi Giuliano Montaldo. Un regista, attore, icona e simbolo di quanto eravamo belli, dignitosi, ricchi. Che film. Che poesia." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 11 maggio 2017)

"Piacerà a chi reclamava una bella prova registica da Bruni, fino ad oggi noto principalmente come sceneggiatore (i copioni per Montalbano). Bruni dirige bene e soprattutto ci conforta in un'idea che covavamo da anni: che Montaldo era un attore di straordinaria dote comunicativa, ignorata dai più (incluso lo stesso Giuliano troppo preso dalle regie)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 11 maggio 2017)

"Al suo terzo film, a mezza via tra commedia e dramma, Francesco Bruni riesce a trovare ancora l'intonazione giusta. (...) Un piacevole viaggio nella terza età e nel disagio giovanile, raccontato con sensibilità, tenerezza e una buona dose di umorismo." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 11 maggio 2017)

"Francesco Bruni, al terzo film da regista, narra un incontro quasi impossibile e un viaggio alla ricerca della vera ricchezza. Un film sulla memoria, quella che si sgretola e quella che va ripescata in fondo a un lago, sulla bellezza della poesia e sulle relazioni umane. Un film che guarda oltre lo stretto orizzonte di tanto cinema italiano." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 12 maggio 2017)

"Francesco Bruni è sceneggiatore di rango, prende spunto da vicende personali, poi aggiunge pennellate di senso e di emozione. Ecco allora una stanza con la tappezzeria incisa con scritte evocative, il Grande Torino alla console, tutto contribuisce a tratteggiare un frammento del nostro mondo. Per interpretare l'anziano poeta, Bruno ha chiamato Giuliano Montaldo, un regista, che ha profuso una grande carica di simpatia per costruire il suo personaggio, mentre siamo ormai al cliché nel linguaggio cinematografico giovanile, che sembra saper riprodurre solo quello della curva Sud dell'Olimpico." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 17 maggio 2017)