GREEN BOOK
Regia: Peter Farrelly
Attori: Viggo Mortensen - Tony Lip, Mahershala Ali - Don Shirley, Linda Cardellini - Dolores, Sebastian Maniscalco - Johnny Venere, P.J. Byrne - Discografico, Don Stark - Jules Podell, Brian Stepanek
- Graham Kindell, Daniel Greene - Poliziotto, Iqbal Theba - Amit, Martin Bats Bradford - Ragazzo dell'autobus, Tom Virtue - Morgan Anderson, Anthony Mangano - Danny, Craig DiFrancia - Dominic, Frank Vallelonga - Rudy Vallelonga
Sceneggiatura: Nick Vallelonga, Brian Hayes Currie, Peter Farrelly
Fotografia: Sean Porter
Musiche: Kris Bowers
Montaggio: Patrick J. Don Vito
Scenografia: Tim Galvin
Arredamento: Selina van den Brink
Costumi: Betsy Heimann
Effetti: Guy Clayton, Victor Dimichina, Kolby Kember, Ray McIntyre Jr., Exceptional Minds
Suono: Andrew DeCristofaro, Mark Paterson - (mixer), Becky Sullivan - (montaggio)
USA -2018 - 130 min.
Produzione: JIM BURKE, BRIAN HAYES CURRIE, PETER FARRELLY, NICK VALLELONGA, CHARLES
B. WESSLER PER DREAMWORKS PICTURES, PARTICIPANT MEDIA, AMBLIN PARTNERS,
INNISFREE PICTURES, WESSLER ENTERTAINMENT
Distribuzione: EAGLE PICTURES
CRITICA
"(...) Uno dei film più belli di questo inizio 2019 è tratto da una storia vera, di amicizia nata per caso, ma protrattasi nel tempo. Il bianco è Tony, ovvero un perfetto Viggo Mortensen, forse, qui, al suo picco. (...) Don (bravissimo anche Mahershala Ali), invece, è un pianista nero di fama mondiale, che abita in un lussuoso appartamento sopra la Carnegie Hall. (...) Un road movie, mai ricattatorio, dalla sceneggiatura brillante, in alcuni momenti davvero esilarante, con due protagonisti perfettamente affiatati e una regia, quella di Peter Farrelly, capace di mantenere il timone con mano ferma, senza mai debordare. I pregiudizi, qualunque essi siano, si possono abbattere anche con una risata e questa pellicola possiede la ricetta giusta per farlo con intelligenza. Con in dote cinque Nomination per i prossimi Oscar". (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 31 gennaio 2019)"La storia Bianco e nero, grasso e magro, colto e zotico, sensibile e gretto. Sono agli antipodi l'italoamericano buttafuori al Copacabana di New York Tony Lip Vallelonga (Viggo Mortensen) e l'afroamericano damerino pianista dei salotti East Coast Don Doc Shirley (Mahershala Ali). (...) Racconta l' America della segregazione attraverso la rivoluzione individuale questo bel road movie, letterale veicolo verso l'Oscar per Mortensen, Ali e Nick Vallelonga, sceneggiatore figlio del vero Tony Lip del racconto. (...) Presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma del 2018, 'Green Book' ha confermato le sue potenzialità Oscar con cinque nomination di cui una (Mahershela Ali come Attore Non Protagonista) ha qualche chance mentre Viggo Mortensen, già nominato due volte per Attore Protagonista nel 2007 e 2016, pare avere la strada sbarrata verso la statuetta da due mostri come Christian Bale (Vice) e Rami Malek (Bohemian Rhapsody). Concludiamo sul regista. Non è uno qualsiasi ma quel Peter Farrelly che con il fratello Bobby è stato autore di commedie atrocemente divertenti nei 90 come Scemo & più scemo (1994) e Tutti pazzi per Mary (1998). Infatti le parti più riuscite di questa più che gradevole pellicola sono i momenti di leggerezza mentre il lato drammatico è quello forse più zoppicante". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 31 gennaio 2019)
"(...) Diretto da uno dei fratelli Farrelly (quelli di 'Tutti pazzi per Mary' e 'Scemo e più scemo'), ispirato a un'inevitabile storia vera, il film, più che una versione rovesciata di' A spasso con Daisy', è un classico buddy road movie (schermaglie tra due personaggi maschili in viaggio), visto mille volte: personaggi stereotipati, buoni sentimenti, musica e atmosfere d'epoca, ma anche dialoghi piacevoli e due attori impeccabili, entrambi nominati all' Oscar. Nella versione originale risulta piuttosto buffo Mortensen quando parla in italiano". (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 31 gennaio 2019)
"Cinque Golden Globe vinti e tre candidature all'Oscar, 'Green book' si presenta come un classico road movie imbastito sul motivo altrettanto classico di una «strana coppia» formata da individui in ogni senso opposti: il tutto ambientato nel 1962 - tre anni prima dell'abrogazione delle leggi segregazioniste in vigore negli Stati ex-confederati (...) La storia è vera: la racconta lo sceneggiatore del film Nick Vallelonga, figlio di Tony. E del resto Lip lo conosciamo tutti, nei 'Sopranos' impersonava il mafioso Carmine Lupertazzi; quanto a Shirley, di lui abbiamo dischi e interviste. Prevedibile nella struttura, la commedia poteva esser scritta con maggiore sottigliezza drammaturgica e tuttavia, pur nella sua chiave di alleggerimento, mantiene una forza di denuncia. Il Peter Farrelly di 'Tutti pazzi per Mary' e 'Scemo più scemo' dimostra bella scioltezza di ritmo e gli interpreti sono sorprendenti per la naturalezza con cui si sono calati in personaggi per loro inediti. Estroverso e su di peso il Lip di Viggo Mortensen è lontano anni luce dagli eroi impenetrabili e tormentati che usualmente incarna; lo stesso dicasi per lo Shirley di Ali Mahershala, spacciatore in 'Moonlight' e «true detective» della terza stagione attualmente in onda". (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 31 gennaio 2019)
"Il green book è un libriccino (copertina verde naturalmente) che per trent' nni (dal 1936 al 1966) fu il vademecum per gli afroamericani in trasferta. Sul book venivano indicati i posti (bar, alberghi) dove i neri potevano andare senza essere rifiutati (o magari linciati). La tristezza della faccenda è che per decenni per andare nel profondo Sud i coloured avevano bisogno di questo book. La nota meno triste è che la "guida" veniva ogni anno aggiornata (lentamente cresceva il numero dei posti dove i black erano ammessi). Don Shirley (l'afroamericano coprotagonista) è un coloured che all'inizio degli anni 60 ha fatto bella carriera. (...) per farsi scarrozzare ha ingaggiato come autista un buttafuori di nightclub rimasto disoccupato, Tony (un Viggo Mortensen ingrassato venti chili perché fosse credibile come bouncer). (...) Piacerà. Anche chi non ha in particolare simpatia il cinema dei fratelli Farrelly (che qui però si scindono e a dirigere è solo Peter) e i loro personaggi da "scemo più scemo". Anche a chi leggendo la trama si farà subito l'impressione che si tratti di un film politicamente correttissimo (quindi falso, quindi sgradevole). Noi apparteniamo alle due categorie di cui sopra, ma non esitiamo a scrivere che il film l'abbiamo gradito e molto. Anche se non è tra i nostri preferiti per la corsa all'Oscar (5 candidature), perché una vittoria sarebbe sì il parto di una decisione politicamente corretta. La correttezza di 'Green Book' è invece l'unica che ci piace, quella dei diversi tra loro che scoprono di non esser diversi, quella che possiamo far risalire a Peppone e Don Camillo, gli amici nemici che facevano sempre la cosa giusta. E quindi per almeno tre quarti ci si diverte ci si commuove ai battibecchi tra Don e Tony, tanto più che sono veri. I personaggi sono andati davvero in giro mezzo secolo fa col green book (e il vero Tony è ancora in circolazione, ha recitato nei 'Soprano'). Maestro come prevedibile nell'arte di inanellare gag, Peter Farrelly arriva senza stonature anche al dramma (Green Book non rinuncia a ricordare che negli stessi anni negli stessi luoghi ammazzavano i neri che reclamavano per i diritti civili)". (Giorgio Carbone, 'Libero', 31 gennaio 2019)
"Road-movie di formazione civile tra il Bronx e il sud razzista primi '60, accuratamente confezionato in commedia di amicizia e integrazione. (...) Accordi&disaccordi di etnia&musica a colpi di pregiudizi e solidarietà dalla storia vera del padre dello sceneggiatore Nick Vallelonga. Con l'eccentrico Shirley Tony impara a comprendere le differenze e le qualità umane contro il razzismo." (Silvio Danese, 'Il Giorno, 7 febbraio 2019)